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Archivio di Stato di Lucca

UNA NUOVA CASSA PER IL CORPO DI SANTA ZITA (1777-1778)

Dal XVII secolo fino al 1801 fu attiva la cosiddetta Cura sopra le reliquie e corpi santi, uno speciale offizio costituito da sei cittadini con competenza sulle questioni inerenti le pratiche devozionali. La documentazione prodotta da tale ufficio e a noi pervenuta comprende un volume di deliberazioni (1660-1799) e una busta di carte sciolte (1656-1798).

All'interno del volume di deliberazioni è presente il disegno di una cassa destinata ad accogliere il corpo di Zita, la domestica di casa Fatinelli, vissuta nel XIII secolo, e canonizzata nel 1696, della quale si celebra, proprio in questi giorni la festa, nella ricorrenza della morte (27 aprile 1278).

Il disegno risulta essere allegato ad una relazione dei sei deputati sopra le reliquie e corpi santi, datata 14 febbraio 1778. Dalla relazione apprendiamo che padre Domenico Fatinelli, canonico lateranense, dopo aver speso molto denaro per adornare la cappella di famiglia presente nella basilica di San Frediano, si era rivolto al Consiglio Generale al fine di ottenere un sussidio economico per «rinnovare la cassa dove si racchiude il corpo della santa». I membri del Consiglio avevano quindi incaricato l'Offizio sopra le reliquie di verificare la sussistenza del rischio che «la variazione da una cassa all'altra potesse pregiudicare a quel venerabile corpo». Dalle indagini effettuate risultò che già in passato il corpo era stato spostato senza subire alcun danno, e, in particolare nel 1652, quando «ritrovandosi la cassa ove si custodiva da alcuni secoli il corpo della santa in cattivo stato, con traspirarvi l'aria, fu risoluto di collocarla in un'altra più decente e di maggiore onorevolezza». 

Fra le varie ricognizioni del corpo di Zita, quella del 1652 è rimasta famosa perché fu eseguita con l'intervento del celebre anatomista lucchese Girolamo Cremona. Risale invece al 1989 lo studio paleopatologico del corpo diretto dal Prof. Gino Fornaciari dell'Università di Pisa.

Il disegno della nuova cassa che si progettava di realizzare nel 1777/1778 fu eseguito da Giovanni Vambrè, come si legge nella relazione, che così descrive il manufatto: «questa nuova cassa dovrebbe formarsi di legno ben forte, foderata al di fuori di una lastra di piombo, acciò l'aria non possa in alcun tempo passarvi, internamente doverà, come la presente, esser foderata di drappo di seta, adornato con qualche gallone d'oro. il prospetto della cassa doverà essere tutto di varie pietre, secondo il loro respettivo colore, che dimostra l'accennato disegno con alcuni sfogliami di rame dorato nel mezzo e ne fianchi». Il costo per la realizzazione dell'opera era stato stimato dal Vambrè non inferiore ai 330 scudi, «senza computare tutte quelle spese che sono necessarie per collocare la nuova cassa sopra l'altare e il valore del drappo e gallone d'oro».

I sei deputati concludevano la loro relazione auspicando che i «i magnifici e spettabili cittadini» membri del Consiglio Generale si compiacessero di dare una «nuova luminosa riprova del loro costante impegno nel promuovere il culto de santi dalla intercessione dei quali può giustamente repetersi la conservazione della nostra Repubblica», e quindi approvassero un'opera destinata ad accrescere il culto verso una «santa nazionale» e «speciale protettrice» di Lucca, della quale «conservasi miracolosamente da tanti secoli intatto il beato corpo che è stato in ogni tempo e da ogni ceto di persone in particolar modo venerato»

 



Ultimo aggiornamento: 22/11/2023