Il 15 gennaio 1888 morì a Lucca (dov'era nato, il 18 settembre 1805) Francesco Carrara, insigne giurista, particolarmente impegnato nella riforma degli ordinamenti penali, strenuo oppositore della pena di morte e autore dell'opera monumentale in dieci volumi "Programma del corso di diritto criminale". Avvocato e professore di diritto penale prima al Liceo universitario di Lucca e poi a Pisa, nel 1876 fu nominato senatore (si veda, sul sito del Senato della Repubblica, la scheda a lui dedicata nella sezione "Senatori del Regno [1848-1943], contenente anche il discorso di commemorazione di Marco Tabarrini del 20 gennaio 1888).
A Francesco Carrara sono intitolati il cortile settentrionale del Palazzo Ducale di Lucca (al centro del quale è posto il monumento del giurista, realizzato dallo scultore Augusto Passaglia) e la via sulla quale si affaccia la casa dove egli visse e morì, come ricorda la lapide commemorativa che vi fu posta.
L'archivio e la biblioteca di Francesco Carrara furono donati dallo stesso alla Biblioteca Universitaria di Pisa nel 1879, mentre un secondo nucleo di manoscritti e di opere a stampa del giurista è conservato presso la Biblioteca Statale di Lucca, dove vi fu raccolto da Eugenio Boselli, direttore della Biblioteca dal 1877 al 1920.
Anche l'Archivio di Stato di Lucca possiede un piccolo gruppo di autografi, ex libris, e opere a stampa di Francesco Carrara, all'interno dei seguenti fondi:
- Carte Borromei (documenti donati da Emma Borromei, per lo più riguardanti l'attività didattica e forense dell'avvocato e professore Donato Borromei [1809-1882]);
- Carte Pasquinelli (raccolta di ex libris, stemmi, biglietti da visita, opuscoli e libri, donata dall'avvocato Ferdinando Pasquinelli);
- Carte Casini (dono dell'avvocato Alfonso Casini);
- Carte Carafa Di Noia;
- Carte Feroci: a questo fondo appartiene il nucleo più consistente di autografi del Carrara, comprendente 16 lettere inviate al dr. Antonio Feroci, 3 cartoline e un biglietto da visita (1867-1876).
Numerose sono poi le attestazioni documentarie riguardanti Francesco Carrara (e la sua famiglia) presenti in altri fondi dell'Istituto. Si segnalano in particolare i due censimenti della popolazione lucchese del 1809 e del 1823, appartenenti, rispettivamente, ai fondi Gran Giudice e Presidenza del Buon Governo. Nel primo, la famiglia Carrara, registrata nella parrocchia di S. Alessandro Maggiore, risulta composta da Giovanni Battista Innocenzo (agrimensore, padre di Francesco), dalla di lui moglie Chiara, dal piccolo Francesco, dal fratello e dalle sorelle di Giovanni Battista (il sacerdote Luigi, Giuseppa e Laura) e dal servitore Giuseppe Torre. Nel censimento del 1823, quando Francesco aveva 15 anni ed era studente, il nucleo famigliare era composto, oltreché da Francesco e dai suoi genitori, da M(aria) Angela Vitali ("cuciniera") e Maria Agostinelli (cameriera).
Francesco Carrara è registrato nel ruolo degli scolari del Liceo Reale di Lucca: il registro n. 105 (ruolo degli scolari dal 1820 al 1839) contiene il dettaglio degli "studi, respettive mancanze, esami, gradi accademici" del Carrara. Dal prospetto risulta il conseguimento della laurea in legge a pieni voti il 28 luglio 1827 e, sempre a pieni voti, della matricola di avvocato il 18 luglio 1831. Al Liceo Reale di Lucca, dove aveva studiato, Francesco Carrara insegnò Istituzioni Criminali dal 1848.
Si segnalano infine due fascicoli relativi alla morte del giurista e all'erezione del monumento alla sua memoria contenuti nelle scritture di protocollo dell'Istituto e nel fondo del Gabinetto della Prefettura di Lucca.
Salvatore Bongi, che all'epoca della morte di Francesco Carrara, era direttore del Regio Archivio di Stato di Lucca, fu chiamato a far parte della Commissione speciale costituita "per caldeggiare la sollecita esecuzione" del monumento (lettera del Prefetto di Lucca a Salvatore Bongi del 24 gennaio 1888).